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6. Monica Mazzone, dettaglio. Body-Broken-Bodies, Studio la Linea Verticale, Bologna.png

ARTIST

Monica Mazzone

TEXT BY

Nicola Semprini Cesari

DURATION

March 20 - May 8, 2025

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#bodybrokenbodies

BODY-BROKEN-BODIES

20.03-08.05.2025

COMUNICATO STAMPA Body-Broken-Bodies Dal 20 marzo all'8 maggio 2025, Studio la Linea Verticale presenta Body-Broken-Bodies, mostra personale di Monica Mazzone, accompagnata dal testo critico di Nicola Semprini Cesari. L’esposizione raccoglie una serie di opere inedite realizzate appositamente per l’occasione, nelle quali l’artista approfondisce la tensione tra equilibrio e precarietà, astrazione e presenza, logica e spiritualità. Vincitrice del Premio VAF Stiftung 2024, Mazzone è stata recentemente protagonista di una sala personale all’interno della mostra dei finalisti presso il Mart di Rovereto, conclusasi lo scorso 9 febbraio. Abstract Body-Broken-Bodies è un’indagine sul corpo e sulla sua relazione con il mondo come misura di conoscenza. Le opere di Monica Mazzone si sviluppano attraverso un rigoroso sistema geometrico che, pur nella sua apparente stabilità, rivela un’instabilità intrinseca: spigoli impossibili, torsioni e tensioni generano strutture al limite del collasso, testimoniando una continua ricerca di equilibrio. Nella poetica dell’artista, la disgregazione non è mai una fine, ma un processo generativo che conduce verso l’assoluto. Come afferma nei suoi appunti: "Immanenza e trascendenza coincidono", suggerendo una dimensione in cui la forma non è solo materia ma anche principio universale. Il corpo diventa paradigma per leggere il mondo, misura attraverso cui esplorare la relazione tra energia e struttura, tra visibile e invisibile. L’indagine di Mazzone si nutre di un confronto tra pensiero matematico e tensione mistica. La sua ricerca si muove tra contemplazione e costruzione, tra ordine e instabilità, dove il segno geometrico si carica di significati emotivi e spirituali. La frattura, dunque, non è negazione ma trasformazione: ogni forma, nel suo equilibrio precario, si fa testimone di un processo che è insieme distruzione e creazione, un dialogo costante tra il finito e l’infinito. Come scrive Nicola Semprini Cesari, "Un'arte fondata sul linguaggio universale delle figure geometriche, sostanza di una razionalità cui l’artista affida il compito di formalizzare le norme che devono ordinare il flusso delle emozioni e indirizzare l’impulso creativo verso perfette forme assolute ‘che racchiudono l’essenza e l’essenziale – ossessione che non si può spiegare’” Vernissage: L'inaugurazione si terrà giovedì 20 marzo 2025, dalle 17 alle 21. Dettagli dell'evento: Titolo: Body-Broken-Bodies Artista: Monica Mazzone Testo critico: Nicola Semprini Cesari Durata: 20.03 - 08.05.2025 Luogo: Studio la Linea Verticale, via dell’Oro 4b, Bologna Orari ordinari: Dal martedì al sabato, 16-20. Le mattine e gli altri giorni su appuntamento Connettiti con noi: Segui gli aggiornamenti e le anteprime della mostra sui social e condividi usando gli hashtag ufficiali: #studiolalineaverticale #bodybrokenbodies Per ulteriori informazioni: Studio la Linea Verticale | via dell’Oro 4b | Bologna
www.studiolalineaverticale.it | info@studiolalineaverticale.it | +39 3920829558 / +39 335 604 5420
FB/IG/IN: @studiolalineaverticale

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Studio la Linea Verticale


 

Body-Broken-Bodies La pratica artistica di Monica Mazzone si radica in un atto di astrazione concreta, dove il pensiero logico e la tensione spirituale convergono in una sintesi capace di espandere la percezione del visibile verso l’assoluto. In Body-Broken-Bodies, ogni forma sembra emergere come manifestazione di una legge invisibile, un ordine archetipico che si cela dietro la superficie della materia. Il titolo stesso della mostra suggerisce una condizione di fragilità strutturale, una tensione latente che percorre le opere, spingendole verso una disgregazione necessaria per la costruzione di un nuovo equilibrio. La ricerca di Mazzone si fonda su una costante dialettica tra immanenza e trascendenza, dove il corpo diventa unità di misura attraverso cui comprendere l’universo. L’artista parte dall’esperienza diretta della propria fisicità, traducendo le proporzioni corporee in strutture geometriche che si dispongono nello spazio come paradigmi di un ordine superiore. Non si tratta di un mero esercizio formale, ma di un atto di conoscenza che assume il carattere di una contemplazione attiva. Il corpo, nella sua dimensione concreta, si eleva a strumento di rivelazione, capace di tradurre l’esperienza individuale in una grammatica universale. La geometria diventa così veicolo di un pensiero mistico, dove la forma si carica di una tensione spirituale che spinge la materia verso un equilibrio precario. Oggetto della visione è l’universale attraverso il quale poter contemplare l’assoluto, scrive l’artista nei suoi appunti, rivelando come ogni opera nasca dal desiderio di stabilire un dialogo diretto con il principio immateriale che sottende la realtà visibile. Le strutture di Mazzone si presentano come entità sospese, corpi in bilico tra l’essere e il divenire, tra l’apparente stabilità e una latente possibilità di crollo. La tensione tra ordine e disgregazione si traduce in una ricerca incessante di equilibrio, in cui la forma si offre come risultato provvisorio di una forza dinamica. Gli spigoli taglienti, le torsioni impossibili, gli equilibri precari delle opere sembrano suggerire una fragilità intrinseca, una vulnerabilità che si manifesta come condizione necessaria per l’accesso a una dimensione superiore. La frattura, anziché rappresentare un limite, si configura come principio generativo, momento di apertura attraverso cui il visibile si disgrega per lasciare affiorare l’invisibile. La vitalità della rappresentazione emerge nella capacità delle opere di incarnare una doppia natura: staticità e movimento, presenza e assenza, materia e spirito. Ogni struttura si offre come soglia, spazio di transizione in cui la visione si espande oltre i confini della materia. L’esperienza della forma si trasforma così in un atto di contemplazione, un dialogo silenzioso con l’assoluto in cui l’occhio spirituale si apre alla possibilità di una nuova armonia. In questo processo, l’artista assume un atteggiamento libero da intenzioni, abbandonando ogni volontà di controllo per lasciare che la forma si generi come manifestazione spontanea di una legge interiore. La disgregazione del visibile diventa allora metafora di un processo di illuminazione, in cui l’accadere universale si rivela come dialogo incessante tra il finito e l’infinito. Body-Broken-Bodies è il tentativo di abitare questa soglia, di sostare nel punto in cui la fragilità si trasforma in forza generativa, dove il corpo spezzato si apre alla possibilità di una nuova visione. Studio la Linea Verticale

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